[Xbox360]:.Kingdom Under Fire: Circle of Doom

Kingdom Under Fire reinterpreta i più classici "hack & slash".
Il primo impatto giocabile avuto con Kingdom Under Fire: Circle of Doom ci ha fornito impressioni contrastanti e, in buona sostanza, ci ha dato l'idea di avere sottomano un "hack & slash" (picchiaduro con spade) tipicamente anni '80 rivisitato in alta definizione. Come potrete leggere nelle righe seguenti, la versione completa non si discosta molto da queste prime impressioni, pur offrendo agli iscritti Xbox Live Gold i maggiori vantaggi del multiplayer via Internet in modalità cooperativa.

UNA SQUADRA A CACCIA DI OGGETTISTICA E AZIONE
Di fatto, il multiplayer sulla rete rappresenta la prima attrattiva di questo videogioco, in quanto il gameplay si concentra essenzialmente sul combattimento tout-court tra giocatori e interi eserciti di mostruosità assortite: rettili, goblin, demoni e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo è assente il multiplayer "classico" sulla stessa console, che avrebbe reso felici molti utenti abituati a giocare con gli amici sulla stessa TV.
Una volta sbarcati sulla rete, potremo decidere se prendere parte a match già iniziati o crearne di nuovi, scegliendo il nostro personaggio per partire alla conquista dei livelli e, soprattutto, dei molti oggetti lasciati sul terreno dai nemici abbattuti. La struttura riprende infatti serie come Phantasy Star Online (ora Universe) o, per citare un vecchio classico, Gauntlet con l'utente spinto ad abbattere i nemici dalla ricerca costante del nuovo potenziamento o artefatto magico con cui migliorare il proprio "avatar".
Nel titolo in esame, gli oggetti raccolti possono tradursi in armi, pozioni, equipaggiamento e ovviamente esperienza con cui aumentare le statistiche del nostro personaggio, settore (quello dell'evoluzione) in cui si concentrano gli unici aspetti "RPG" del gioco.
In linea generale, come si evidenzia anche sul lato single-player, l'estrema ripetitività dell'intero processo, e la mancanza di un reale contesto narrativo, limitano l'attrattiva del multiplayer poichè presto o tardi ci si annoia ad abbattere nemici senza un reale scopo, soprattutto considerando l'intelligenza artificiale molto limitata degli stessi (non fanno altro che lanciarsi contro di noi puntando sul loro numero maggiore).

OTTIMI EROI IN MEZZO AL DESERTO
Dal punto di vista della realizzazione emerge la buona cura nel design di personaggi e nemici, che uniscono una stilizzazione orientale a motivi occidentali creando un effetto complessivo piuttosto ben caratterizzato.
In senso opposto, gli ambienti (soprattutto esterni) appaiono molto poveri e ripetitivi negli elementi di contorno, tanto che la loro casualità (vengono creati nuovi a ogni partita) si dimentica rapidamente. Si segnala ancora, come già fatto in fase di preview, l'uso esagerato delle sfocature che rendono l'immagine meno definita di quanto dovrebbe, soprattutto su display non troppo brillanti. C'è poi da annotare un frame-rate afflitto da rallentamenti, ingiustificati visto il dettaglio complessivamente discreto e di certo inferiore a molti titoli usciti negli ultimi tempi su Xbox 360.
Tali rallentamenti pesano in modo particolare sul gioco online, dove peraltro il lag è assente ma "sostituito" da uno slow-motion fastidioso quando il nostro gruppo di guerrieri deve affrontare molti nemici in contemporanea (cosa che succede di frequente). Si fa notare in positivo l'audio, per voci in Italiano ben caratterizzate, musiche piacevoli ed effetti in linea con la tipologia di gioco, ad esempio lo stridere metallico delle armi nel corso delle battaglie.

UNA SERIE SOTTO IL FUOCO NEMICO
Come primo esperimento per portare la serie fuori dai canoni "action strategici" questa versione può dirsi ancora lontana dal traguardo, considerate le vette qualitative dei precedenti capitoli su Xbox.
Infatti, unendo la forte ripetitività generale a una realizzazione minata da chiari difetti tecnici, abbiamo un action game estremamente generico e poco competitivo verso altri titoli meglio riforniti soprattutto nel settore della varietà e delle opzioni dedicate al multiplayer, qui limitato a un Co-Op quantomai canonico su livelli fin troppo uguali l'uno all'altro.
Anche la raccolta di oggetti e l'evoluzione del nostro personaggio, in fin dei conti la prima attrattiva del gioco, risultano con il passare del tempo fini a se stesse e prive di senso, vista l'assenza di una vera trama (salvo sporadici flashback nemmeno collegati tra loro) o elementi strutturali che vadano oltre la pressione furiosa dei tasti.
Vista l'esperienza maturata dal team creativo, e i precedenti episodi, era lecito aspettarsi di più in tutti i settori: dal combattimento alla parte prettamente grafica. Forse, questo insuccesso dimostra che la serie è nata per restare nell'ambito che più le compete, lasciando le sperimentazioni ad altri.

Kingdom Under Fire: Circle of Doom non riesce a imporsi come alternativa credibile alla serie originale per diversi motivi, a partire dalla realizzazione tecnica per arrivare alla totale mancanza di varietà nel gameplay. Anche sulla rete, affrontandolo insieme ad altri giocatori in carne e ossa, non è possibile apprezzare per molto tempo un gameplay che si basa solo sul martellamento di pulsanti e nemici, questi ultimi talmente robotici nel modo di affrontare le battaglie da perdere gran parte dell'attrattiva. Per tali ragioni, risulta difficile consigliare il gioco anche ai fan sfegatati della categoria, che dovranno aspettare i prossimi episodi o rivolgersi altrove per la loro dose quotidiana di fantasy e combattimento.

wow ke gioko